Dolore buono e dolore cattivo
Dopo una caduta, dopo una distorsione, in seguito ad un intervento chirurgico o magari il giorno dopo un’attività sportiva troppo intensa potremmo percepire dolore. Ma cos’è il dolore?
L’Associazione Internazionale dello Studio sul Dolore (IASP) (1) definisce il dolore come un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata con, o che sembra associata con, un danno tissutale effettivo o potenziale.
Questa definizione fa emergere dei punti molto importanti in merito all’interpretazione del dolore:
Il dolore è sempre un’esperienza personale che può essere influenzata a vari gradi da fattori biologici, psicologici e sociali. Quindi non si viene giudicati, ma si cerca di interpretare il dolore attraverso le sue molteplici sfaccettature.
Il concetto del dolore viene appreso dagli individui durante le loro esperienze di vita. Ogni esperienza di dolore è a sè.
La descrizione di un’esperienza dolorosa di una persona dovrebbe essere rispettata.
Il dolore e la nocicezione sono fenomeni differenti. Il dolore non può avvenire solo dall’attività dei neuroni sensoriali. Partendo dai nocicettori nel tessuto, attraverso delle fibre a conduzione veloce l’impulso nervoso passa attraverso il midollo spinale e arriva al cervello, segnalando l’anomalia. Queste fibre sono importanti per la sopravvivenza, perchè permettono di tirarti fuori da situazioni difficili. Attraverso delle fibre a conduzione lenta l’impulso nervoso raggiunge comunque il cervello, ma in questo caso l’informazione viene processata e la risposta è tendenzialmente una sensazione spiacevole, di tristezza e di depressione del tono dell’umore.
Sebbene il dolore solitamente abbia un ruolo adattivo, potrebbe anche avere effetti avversi nella funzionalità e nel benessere psicosociale. Infatti, questa esperienza negativa può portare a una riduzione di movimento. Questa regressione non è di aiuto alla guarigione, e nel lungo periodo può intaccare negativamente il nostro stato di salute. La tendenza è infatti quella di accogliere questa sensazione negativa e di smettere di muoversi per paura di peggiorare la situazione. Tuttavia, questo comportamento nel lungo periodo può fare peggiorare il dolore (2), innescando un circolo vizioso.
Una pausa limitata (in relazione al tipo di danno) e una ripresa graduale del movimento in maniera controllata e progressiva sotto supervisione possono aiutare la guarigione del tessuto danneggiato e ripristinare la normale conduzione nervosa. (2)
Referenze:
(1) https://www.iasp-pain.org/resources/terminology/#pain
(2) Torstensen T.A. (2018). Il libro specchio. Come comprendere e gestire il dolore e lo stress. Holten Institute.